Viviamo e moriamo nell’ombra, per proteggere chi ci sta a cuore e chi non conosceremo mai (Ethan Hunt – Tom Cruise)
Mission: Impossible è una saga ormai diventata un’istituzione del cinema e, se Mission: Impossible Dead Reckoning – Parte 1 (2023), come dicevo nella mia recensione, non era riuscito ad offrire un vero traino allo spettatore e mancava della qualità dei suoi tre predecessori, questo suo diretto seguito (che ne è la Parte 2) riesce a mettere da parte l’ambito tecnologico/informatico, facendo tornare in primo piano ciò che è sempre stato più interessante, ovvero la capacità di risolvere la situazione, ottenere i risultati e farla franca sempre al limite, giocando sul filo di un rasoio quanto mai messo alla prova.
L’entità, l’intelligenza artificiale che minaccia l’ordine mondiale, anche se è il nemico principale, questa volta è sullo sfondo, e di fatto viene trattato come un tappeto su cui si muovono amici e nemici, più o meno storici, per fornire allo spettatore il pathos che ci si aspetta da un’opera che ha alzato l’asticella al suo massimo e che vuole tenere testa a tali aspettative. Ogni personaggio apre un contatto diretto con gli altri, e queste connessioni generano le scintille emotive che orchestrano un capitolo finale realizzato per regalare la chiusura (?) che la saga merita, un valido commiato che si concede il giusto tempo per emergere durante il lungo minutaggio della pellicola.
Infatti, superato un inizio incredibilmente celere, pieno di ellissi e tagli di montaggio, per accelerare immediatamente vista la grande mole di contenuto, si arriva nei momenti cruciali e più caratterizzanti dando loro il giusto spazio, con delle scene madri in cui Tom Cruise dà il meglio di sé, in cui il senso di pericolo torna tangibile, restituendoci in modo efficace il vero protagonista di questa serie: il ferreo e invincibile senso di sopravvivenza che muove Ethan Hunt, potenziandolo con doti praticamente sovraumane all’interno di un (ir-)realismo cinematografico, catalizzando lo spettatore in momenti topici che fanno dimenticare la sua Plot Armor grazie alla capacità non di far credere che la missione possa fallire, ma riuscendo a trasmettere la sensazione di avercela fatta per un pelo ogni volta più piccolo e inaspettato. Inoltre, il fatto di avere avuto la Parte 1 gli permette di non dilungarsi sulla presentazione dei personaggi e del contesto, evitando di diluire l’opera sulla loro caratterizzazione.
Il focus musicale rimane inalterato sul tema ben noto, con una sua rivisitazione e con il resto dei brani che accompagnano con la giusta sinergia, mentre le location, per quanto piuttosto classiche, riescono nel finale a rendere ancora più accattivante l’effettiva “resa dei conti”, che si presenta in modo molto originale e complessa rispetto a soluzioni più classiche.
La regia, per la quarta volta di Christopher McQuarrie, segue Tom come un segugio e soprattutto riesce a migliorarsi ancora, dopo l’ottimo Mission: Impossible – Fallout (2018), a livello di messinscena delle coreografie di combattimento e non, con un’ottima resa del movimento negli spazi, dei contatti e con un pizzico di ironia adeguato al cambio dei tempi rispetto ai primi due capitoli, usciti in un periodo in cui la violenza nel cinema era meno attenzionata.
Mission: Impossible – The Final Reckoning
Regia: Christopher McQuarrie
Attori: Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Esai Morales, Angela Bassett
Durata: 170 minuti
Uscita: 22 maggio 2025