Oppenheimer

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Sono diventato Morte, il distruttore di mondi.
(Julius Robert Oppenheimer – Cillian Murphy)

Dopo un ritorno non perfettamente a fuoco alle atmosfere di Inception (2010) con Tenet (2020), Christopher Nolan torna a riproporsi in chiave storica, come già sperimentato nel precedente Dunkirk (2017), offrendoci uno sguardo sulla vita dello scienziato Julius Robert Oppenheimer, che permise alla II Guerra Mondiale di concludersi con una scoperta scientifica dirompente che avrebbe cambiato per sempre il volto della guerra e l`approccio del genere umano nei suoi confronti.

La pellicola è suddivisa in due linee temporali: la prima, nel passato, è relativa all`ideazione e realizzazione della bomba atomica; la seconda, nel presente, segue l`inchiesta che venne aperta contro Oppenheimer da Lewis Strauss, un esponente politico spinto ad infangarlo per motivi personali usando a proprio favore il grande fermento e contrasto al comunismo instauratosi negli USA negli anni `50, periodo in cui il protagonista non poteva più aspettarsi negligenza nei confronti del suo passato più o meno incline ai principi di quella corrente. Da notare in questo senso come torni da Memento (2000) l`uso del bianco e nero, in questo caso applicato alle scene dedicate a Lewis Strauss.

Tra le due, risulta sicuramente più coinvolgente la prima, grazie al suo implicito fascino scientifico. L’elevata durata della pellicola (180 minuti) chiarisce fin da subito il suo desiderio di snocciolare con calma e con il giusto ritmo le varie fasi della vita professionale e accademica del protagonista, iniziando dai suoi primi passi nel mondo della meccanica quantistica grazie alla conoscenza del padre del modello atomico Niels Bohr, passando poi per Einstein, Heisenberg e tutti gli altri fisici che daranno il loro contribuito alla costruzione della bomba atomica durante il “Progetto Manhattan“, diretto e orchestrato proprio da Oppenheimer a Los Alamos, nel New Mexico.

Tuttavia, poco spazio viene lasciato ai suoi turbamenti psicologici durante l`università, che vengono mostrati frettolosamente, quasi come indegni di una porzione dell’ampio minutaggio, che però avrebbero invece giovato di una maggiore introspezione e approfondimento per permetterci di entrare nella mente del protagonista, di legarci ai suoi pensieri e quindi di poter risuonare più facilmente con la lunghezza d’onda dei suoi sentimenti. Infatti, quello che manca durante la visione è l’entrare in contatto con l’interiorità di Oppenheimer, che fin dall’inizio ci viene preclusa, lasciandoci sempre in superficie, come se fossimo effettivamente degli spettatori impossibilitati a comprendere il motore delle sue scelte. La parte in bianco e nero, invece, costruita come un violento processo volto a martirizzare il protagonista, sembra quasi un`aggiunta volta a compensare e a forzare un contatto emotivo con lo stesso, portandoci a tifare a suo favore senza le fondamenta che avrebbero dovuto ottenere sostanza nei minuti precedenti.

È innegabile la capacità e l`efficacia del regista (anche autore della trasposizione in sceneggiatura del libro originale Oppenheimer curata da Kai Bird e Martin J. Sherwin) di trasmettere elementi come la concezione dell`idea iniziale, la difficoltà della costruzione, l`enormità della spesa economica sostenuta dal governo e soprattutto il rischio della scommessa su un’arma di cui non si era certi né se fosse realizzabile né se avrebbe distrutto l’atmosfera dell`intero pianeta, così come coraggiosa è stata l`iniziativa di mostrarci sempre il punto di vista di Oppenheimer o, al massimo, delle persone a lui più vicine, anche quando un regista con meno personalità avrebbe accettato una digressione esterna per mostrare agli spettatori qualcosa di più coinvolgente a livello di intrattenimento, ma meno pertinente alla sua direzione.

Se, quindi, questo prodotto a livello emotivo è carente, sicuramente è uno spettacolo per gli occhi (e per le orecchie) dal punto di vista fotografico e di messinscena, dove spicca la resa della potenza di Trinity, l`esplosione di prova della prima bomba svoltasi a Los Alamos. A livello tecnico Nolan è una garanzia, e questo non è da sminuire, ma è ovvio che, riguardo un regista del suo calibro, le aspettative siano altissime. Ci troviamo, invece, a constatare anche qui una certa freddezza, la stessa che ha accompagnato i suoi lavori successivi a Interstellar (2014), ultimo film realizzato con la partecipazione del fratello minore e sceneggiatore Jonathan Nolan: se allora va attribuita a lui buona parte della qualità dei lavori realizzati insieme, non possiamo che augurarci che torni a supportare Christopher nei futuri progetti.

 

Oppenheimer

Regia: Christopher Nolan

Cast: Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Alden Ehrenreich, Scott Grimes, Jason Clarke, Kurt Koehler, Tony Goldwyn, John Gowans, Macon Blair, James D’Arcy, Kenneth Branagh, Harry Groener, Gregory Jbara, Ted King, Tim DeKay, Steven Houska, Tom Conti, David Krumholtz, Petrie Willink, Matthias Schweighöfer, Josh Hartnett, Alex Wolff, Josh Zuckerman, Rory Keane, Michael Angarano, Dylan Arnold, Emma Dumont, Florence Pugh, Sadie Stratton, Jefferson Hall, Britt Kyle, Guy Burnet, Tom Jenkins, Matthew Modine, Louise Lombard, David Dastmalchian, Michael Andrew Baker, Jeff Hephner, Matt Damon, Dane DeHaan, Olli Haaskivi, David Rysdahl, Josh Peck, Jack Quaid, Brett DelBuono, Benny Safdie, Gustaf Skarsgård, James Urbaniak, Trond Fausa, Devon Bostick, Danny Deferrari, Christopher Denham, Jessica Erin Martin, Ronald Auguste, Rami Malek, Máté Haumann, Olivia Thirlby, Jack Cutmore-Scott, Casey Affleck, Harrison Gilbertson, James Remar, Will Roberts, Pat Skipper, Steve Coulter, Jeremy John Wells, Sean Avery, Adam Kroeger, Drew Kenney, Bryce Johnson, Flora Nolan, Kerry Westcott, Christina Hogue, Clay Bunker, Tyler Beardsley, Maria Teresa Zuppetta, Kate French, Gary Oldman, Hap Lawrence, Yaser Al-Nyrabeah, Hunter Avant, Aevrey Balin, Kevin Berndt, David Bertucci, Troy Bronson, Steven Bullard, Ross Buran, Andrew Bursiaga, Kaleb Clifton, Samuel Code, Michael DeBartolo, Elijah Dierking, Russel Donahue,Doug Friedman, Michelle Ghatan, Braden Kelsey Gile, James Paul Gregory, Christine Heneise, John T. Hillman, Katherine Hogan, Ben Holmquist, Kash Hovey, Jacquie Kachmann, Asher Kaplan, Dirk Kingston, Emily Joy Lemus, Benjamin Levine, Luke Matheis, Brendan McManus, Connor Mendenhall, Elise Newman, Jason Pfister, Skyler Pierce, Michaela Rances, Ryan Rathbun, Sam Russell, Paolo Saglietto, Meg Schimelpfenig, Susan Elizabeth Shaw, Travis Siemon, Ryan Stubo, Jacob Taylor, Scott Valentine, Jack Wang, Kyle Williams, Ansa Woo, Aamir Yusuf

Durata: 180 minuti

Uscita: 23 Agosto 2023

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REVIEW OVERVIEW
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oppenheimerA livello tecnico encomiabile, un’esperienza cinematografica al top e un racconto di un pezzo di storia dell’umanità che ha portato gli scienziati ad essere artefici di una scelta che segnò per sempre l’umanità. Peccato che a livello emotivo il film resti sempre in prima, dedicando tutto sé stesso nel raccontare gli eventi e i meccanismi politici al loro interno, estraniandoci dall’interiorità del protagonista. E così, come la commissione d’inchiesta del film, ci troviamo limitati a riflettere più sulle azioni dello scienziato che non sulle sensazioni dell'uomo che vi si nasconde all'interno.

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